Questo numero tratta della “doppia faccia” di una regione che da un lato, oltre la natura, esprime ancora straordinarie peculiarità culturali e numerose forme d’arte, diffuse fra città, paesi, villaggi, contadi, in parte vive, in parte conservate o musealizzate; dall’altro riflette la triste realtà di quest’epoca, segnata dal grande fenomeno dell’omologazione, nel quale i codici culturali, dopo aver resistito per secoli, tendono a uniformarsi e ad appiattirsi, fagocitati dalle indefinite manifestazioni contemporanee, anche così dette ‘qualificanti’ e di sperimentazione tecnicista, che in realtà sconvolgono il modo di vivere e gli equilibri tra natura e cultura.
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